Un sentito grazie alla redazione della rivista Segno che, per il suo 289 numero, sceglie per la copertina l'importante opera di Salvo, intitolata "Bar", dipinta nel 1981 ed esposta anche alla Biennale di Venezia nel 1984.
L'articolo, a cura di Matteo Galbiati, descrive l'arte di Salvatore Mangione, meglio noto come Salvo, artista italiano del XX secolo che ha abbracciato l'Arte Povera e successivamente ha fatto ritorno alla figurazione. Il giornalista sottolinea come l'opera di Salvo sia profondamente radicata nella sua esperienza umana e come il suo sguardo epuri i localismi e riduca le distanze, portando alla creazione di opere che rappresentano una testimonianza sensibilissima e acuta di temi universali. Infine, viene evidenziato il rilievo attuale della sua arte, che dimostra la necessità del suo pronunciamento rispetto al presente.
Di seguito un riassunto dell'articolo che potete trovare sul numero 289 di Segno.
Salvatore Mangione, conosciuto come Salvo (1947-2015), è stato un artista visionario che ha visto il suo percorso artistico come un viaggio umano per esprimere esperienze, eventi, luoghi, sogni, ideali, pensieri, riflessioni e aspirazioni. La sua visione artistica è stata sempre diretta verso una concezione autonoma, individuale e unica dell'arte. Ha abbandonato il concettualismo dell'Arte Povera per tornare alla figurazione perché credeva nella profondità della pittura. La vasta cultura e la natura osservatrice di Salvo si riflettono nelle sue opere, che non sono superficialmente disimpegnate, ma testimonianze sensibili e acute di temi e contenuti umani universali. I suoi paesaggi sono densi e pieni di luce e colore. Portano una dinamica riflessiva che è valida quanto le sue proposte concettuali. La sua arte va oltre il localismo, il contesto, la distanza e i limiti per diventare un'epopea. Lo sguardo lirico di Salvo è il principio epico dell'arte che trasmette una nuova dimensione della realtà nell'esemplificazione essenziale delle forme. Permette alle persone di vivere i loro sogni, trovare nuove armonie ed equilibri e posizionarsi in una nuova posizione nella natura e nella storia. L'eredità artistica di Salvo ha acquisito un'importanza esclusiva e significativa, rivelando la necessità delle sue dichiarazioni riguardo al presente. La riscoperta della sua autorialità non è solo un fenomeno economico, ma è piuttosto una necessità del nostro tempo per trovare un porto sicuro nel percorso artistico di Salvo.
A heartfelt thank you to the editors of Segno magazine who,for the cover of its 289th issue, chose Salvo's important work, titled "Bar", painted in 1981 and also exhibited at the Venice Biennale in 1984, for the cover.
The article, written by Matteo Galbiati, describes the art of Salvatore Mangione, better known as Salvo, a 20th century Italian artist who embraced Arte Povera and later returned to figuration. The journalist emphasises how Salvo's work is deeply rooted in his human experience and how his perspective purifies localism and reduces distances, leading to the creation of works that represent a highly sensitive and acute testimony of universal themes. Finally, the current relevance of his art is highlighted, demonstrating the necessity of his pronouncements regarding the present.
The following is a summary of the article you can find in issue 289 of Segno.
Salvatore Mangione, known as Salvo (1947-2015), was a visionary artist who viewed his artistic journey as a human voyage to express experiences, events, places, dreams, ideals, thoughts, reflections, and aspirations. His artistic vision was always directed towards an autonomous, individual, and unique conception of art. He abandoned the conceptualism of Arte Povera to return to figuration because he believed in the depth of painting. Salvo's vast culture and observant nature are reflected in his works, which are not superficially uninvolved but sensitive and acute testimonies of universal human themes and contents. His landscapes are dense and full of light and color. They bring a reflective dynamic that is as valid as his conceptual proposals. His art goes beyond localism, context, distance, and limits to become an epic. Salvo's lyrical gaze is the epic principle of art that conveys a new dimension of reality in the essential exemplification of forms. It allows people to experience their dreams, find new harmonies and balances, and place themselves in a new position in nature and history. Salvo's artistic legacy has acquired exclusive and significant importance, revealing the necessity of his pronouncements regarding the present. The rediscovery of his authoriality is not merely an economic phenomenon, but it is rather a necessity of our time to find a safe harbor in Salvo's artistic journey.