Mario NIGRO

22 settembre - 4 novembre 2006

Opere di Mario Nigro
Testi critici di Stefano Castelli e Piero Boccuzzi
22 settembre – 4 novembre 2006

Inaugurazione venerdi 22 settembre ore 18:30                                                                                           

La galleria Dep Art presenta la seconda mostra nella nuova sede: “Opere di Mario Nigro”.
Saranno presentate dieci tele del maestro dell’astrattismo, che coprono la maggior parte dell’arco temporale di attività di Nigro, e che rappresentano le principali fasi del lavoro dell’artista. Dai celeberrimi Spazi totali degli anni cinquanta, fino alle Meditazioni dell’ultimo periodo, passando per il raro Il mare blu del 1978, per la ricerca di Un incontro e per il periodo dei Satanici.
La mostra si colloca in un momento di grande interesse per l’opera di Nigro: dopo l’antologica presso la Fondazione Guggenheim di Venezia, è in preparazione il catalogo generale a cura dell’Archivio Mario Nigro, sotto la supervisione di Germano Celant.
In occasione dell’esposizione sarà pubblicato un catalogo di 48 pagine interamente a colori, con testi critici Stefano Castelli e Piero Boccuzzi.

In cosa risiede il fascino che proviamo oggi davanti a una tela di Mario Nigro? E, dunque, in cosa consiste la sua attualità?

L’astrattismo di Nigro supera la prova del passaggio dal moderno al postmoderno, restando attuale. Oggi dall’astrattismo abbiamo bisogno di una lettura critica dell’utilizzo contemporaneo degli spazi e della geometria, che provoca in noi una sensazione di mancanza e perdita di senso, e che risulta votato esclusivamente a un funzionalismo alienante. Ebbene, come i matematici cercavano la quadratura del cerchio, Mario Nigro cerca e trova, al pari e più di altri pur benemeriti astrattisti italiani, la “forma funzionale”, o la “funzionalità della forma”.
Nigro utilizza la struttura al fine di potersi esprimere attraverso una geometria che è griglia di conoscenza e ‘sostegno’ umanistico rigoroso ed etico. Confluiscono nelle tele di Nigro sia il movimento proprio della musica che l’impegno politico; quest’ultimo dà la spinta per la creazione di una struttura conoscitiva del reale. “Il mio non è un mondo di pessimismo ma è tuttavia una constatazione di lotta” –dice lo stesso Nigro.
(dal testo in catalogo di Stefano Castelli)