Alberto Biasi - Light Visions
Visioni leggere, visioni di luce
a cura di Francesca Pola
Dep Art Gallery, Milano
12 ottobre – 17 dicembre 2016
Apre martedì 11 ottobre 2016, alla galleria Dep Art di Milano, la mostra “Alberto Biasi - Light Visions. Visioni leggere, visioni di luce”.
Attraverso 35 opere che ripercorrono le fasi salienti del percorso dell’artista dal 1960 a oggi, la personale intende documentare la vitalità della ricerca oggettuale di questo protagonista dell’arte europea e porsi come ideale contrappunto e completamento dell’esposizione attualmente in corso al Palazzo Pretorio di Cittadella (PD), dedicata invece esclusivamente alle sue parallele realizzazioni ambientali e immersive.
La mostra, visitabile fino al 17 dicembre, include opere significativamente rappresentative delle diverse fasi della ricerca di Biasi - Trame, Rilievi ottico-dinamici, Oggetti ottico-dinamici, Forme dinamiche, Interferenze dinamiche, Politipi - oltre a due lavori inediti pensati appositamente per gli spazi della galleria: un Politipo ed una sequenza di Gocce.
Il titolo della mostra, “Light Visions”, va interpretato nella sua intenzionale ambiguità (la parola light, infatti, si traduce sia nel sostantivo luce che nell’aggettivo leggero): fa riferimento alle “visioni di luce” come elemento da sempre caratterizzante la creatività dell’artista, ma anche ad un’altra componente fondamentale del suo lavoro, quale la ‘leggerezza’, fisica e ideale, che ne ha contraddistinto poetica ed esiti.
L’opera di Biasi prende avvio alla fine degli anni Cinquanta - in un contesto che lo vede da subito in un dialogo serrato con le emergenti situazioni di Azimut e ZERO - da una visione di azzeramento della superficie che giunge alla ridefinizione stessa degli statuti dell’immagine, in particolare attraverso nuove tecniche di realizzazione, libere sperimentazioni di materiali e strutture, e ricerche di interazione tra opera e fruitore. L’artista ha privilegiato una visione razionale e sistematica dell’azione artistica, concepita come strumento di conoscenza delle coordinate elementari dell’esperienza umana come il vedere e il movimento.
“Il suo percorso – spiega Francesca Pola nel testo pubblicato in catalogo - trova la propria cifra inconfondibile nel grande laboratorio europeo dell’arte programmata e cinetica degli anni Sessanta, ma anche nei decenni a seguire ha creato opere nelle quali il dinamismo ottico dell’immagine intende risvegliare continuamente l’attenzione dell’osservatore che viene intenzionalmente coinvolto non più in una neutralità contemplativa, ma in un processo attivo di ragionamento, esperienza e messa in questione delle sue potenzialità sensoriali e psichiche, in una sfida costante alle convenzioni del suo rapporto con il mondo”.
Principio di fondamentale continuità nell’opera di Biasi è la presenza di un’energia visiva concreta, determinata dalla componente luminosa, nella sua natura di elemento che modifica l’immagine, secondo una declinazione a carattere fisico-percettivo che intende favorire l’esperienza di uno scarto tra la realtà oggettuale e quella visiva dell’opera. È spesso una dialettica tra spazio positivo e negativo a costituire la reale strutturazione dell’immagine, che procede secondo una dinamica polivalente al contempo centripeta e centrifuga, moltiplicata ed espansa dalla ripetizione dell’elemento focale e dall’intreccio di strutture radianti.
Lo sfasamento del centro, l’apertura di zone irregolari che contraddicono la strutturazione geometrica di base, l’intenzionalità di sottolineare la componente di energia e intersezione visiva, la stratificazione dell’immagine, percettivamente e strutturalmente, lasciano aprirsi e approfondirsi sovrapposizioni ottiche, che avvicinano alcune opere di Biasi alle coeve ricerche percettive della Optical Art. Tuttavia, la ricchezza e imprevedibilità di questo aspetto dinamico e cinetico ripropone la questione della complessità e singolarità dell’opera di Biasi nel contesto dei gruppi di arte programmata degli anni Sessanta, anche e soprattutto nell’ideazione e realizzazione di strutture multipercettive complesse, precocemente declinate su scala ambientale.
Completa la mostra un catalogo bilingue, italiano ed inglese, con un testo critico di Francesca Pola.
Titolo: | Alberto Biasi - Light Visions. Visioni leggere, visioni di luce |
Sede: | Dep Art | Via Comelico 40, 20135 Milano |
Date: | 12 ottobre – 17 dicembre 2016 |
Opening: | martedì 11 ottobre, ore 18.30 |
Orari: | da martedì a sabato, ore 10.30 – 19.00 |
Ingresso: | libero |
Catalogo: | bilingue italiano/inglese, con testo di Francesca Pola |
Informazioni: | tel. 02.36535620 | art@depart.it | www.depart.it |
Ufficio stampa: | NORA comunicazione - info@noracomunicazione.it |
Alberto Biasi - Light Visions
Visions of lightness, visions of light
curated by Francesca Pola
Dep Art Gallery, Milan
October 2 – December 17, 2016
The exhibition “Alberto Biasi - Light Visions. Visions of lightness, visions of light” opens on Tuesday, 11th October 2016 at Dep Art Gallery in Milan.
Through 35 works that retrace the main phases of the artist career from 1960 to nowadays, this solo exhibition intends to document the vitality of the object-research of this undisputed protagonist of European art and to act as an ideal counterpoint and complement to the exhibition currently on show at Palazzo Preotrio in Cittadella (Padua), dedicated, instead, exclusively to its parallel environmental and immersive works.
The exhibition is on until 17th December and includes significant works representative of the different phases of Biasi's research - Trame, Rilievi ottico-dinamici, Oggetti ottico-dinamici, Forme dinamiche, Interferenze dinamiche, Politipi – plus two new works created specifically for the Gallery space: a Politipo and a sequence of Gocce.
The title of the exhibition, "Light Visions", must be interpreted in its intentional ambiguity (the word light, in fact, recalls both the noun and the adjective) and it refers to “light" as an element always characterizing the creativity of the artist, but also to another fundamental element of his work which is the physical and ideal “lightness” which has always identified his poetics and realizations.
Biasi took his first steps at the end of the Fifties - in a context where he immediately started to dialogue with the emerging situations of Azimut and ZERO – moving from a vision of zeroing the surface that brought to the redefinition of the very statutes of ' image', in particular through the employment of new techniques, free experimentations of materials and structures, and researches of interaction between artworks and viewers. The artist preferred a rational and systematic vision of the artistic action, conceived as an instrument of knowledge of the elementary coordinates of human experience such as seeing and moving.
"His pathway – as Francesca Pola explains in her text published in the catalogue - finds his unmistakable figure in that great European art laboratory which was the programmed and kinetic art of the sixties; in the following decades, he also created works in which the optical dynamism of an image awakes the attention of the viewer who is now intentionally involved not only into a contemplative neutrality, but also into an active process of reasoning, experiencing and questioning of his sensory and mental potentials, in a constant challenge to the conventions of his relationship with the world".
A fundamental and constant principle in the work of Biasi is the presence of a concrete visual energy, determined by its light component, which is by nature an element that modifies the image, according to a physical-perceptual variation aimed at favouring the experience of a gap between objective reality and visual work. A dialogue between positive and negative space often builds up the real structure of the image, proceeding according to a multi-purpose dynamic, centripetal and centrifugal at the same time, multiplied and expanded by the repetition of the focal element and the interweaving of radiating structures. The offset of the centre, the opening of irregular areas that contradict the basic geometrical structure, the intention to emphasize the energy component and visual intersection, the layering of the image both perceptually and structurally, open and deepen optical overlapping, that place some works by Biasi next to the contemporary perceptual researches of Optical Art. The richness and unpredictability of this dynamic and kinetic aspect, however, raises the issue of the complexity and uniqueness of the production of Biasi in the context of the groups of Programmed Art during the sixties, also and especially in the conception and fulfilment of complex, multi-perceptual structures precociously declined on an environmental scale.
The exhibition is completed by bilingual, Italian and English catalogue, with an essay by Francesca Pola.
Title: | Alberto Biasi - Light Visions. Visions of lightness, visions of light |
Location: | Dep Art | Via Comelico 40, 20135 Milan |
Dates: | 12 October – 17 December 2016 |
Opening: | Tuesday 11 October, ore 18.30 |
Time: | Tuesday – Saturday, 10.30 – 19.00 |
Entrance: | Free |
Catalogue: | Bilingual Italian/English, texts by Francesca Pola |
Info: | tel. +39.02.36535620 | art@depart.it | www.depart.it |
Press: | NORA comunicazione - info@noracomunicazione.it |